Milan osceno, Bonucci flop: e se Raiola avesse ragione?

Mino Raiola, uno dei re dei procuratori, l’11 settembre 2017: “Non credo nel progetto Milan di Fassone e Mirabelli”. Samp-Milan 2-0, il 24 settembre 2017: i rossoneri hanno appena giocato la peggior partita dal 2012, ultimo anno di Ibra con la divisa del Diavolo. Bonucci assolutamente inguardabile, e gravemente responsabile del gol dell’1-0 di Zapata (vedi nella foto il momento chiave): per ora un flop costosissimo, una montagna di denaro che poteva essere investito per un vero fuoriclasse, idoneo a spostare gli equilibri. Non basta fare la faccia feroce con tutti, arbitro incluso: serve ben altro.

Il match di Genova è una Caporetto rossonera che fa riflettere: e se Raiola avesse ragione? La rosa di Montella è strampalata, assemblata a casaccio, con uomini fuori posizione. E comunque i quattrini messi sul piatto sono stati spesi male: non si vedono uomini da Milan, che era e resta una società di livello planetario.

Si apre adesso una fase delicatissima per l’Aeroplanino, che pare in bambola: oggi è stato stritolato sotto il profilo tattico e strategico da Giampaolo, allenatore intelligentissimo destinato a fare carriera in una grande. Il Milan non si è capito che modulo adotti, se giochi con un solo presunto regista arretrato (Bonucci), e se si debba dare fiducia o no a Cutrone. Che si sta stordendo in panchina: se mette così pochi minuti nelle gambe, non cresce.

È infine l’ora di decisioni dolorose: con un giocatore di terza categoria come Abate, sulla fascia, non si può andare avanti. Ignazio non corre, non pressa, non difende, non lancia, non crossa: è spaesato e impaurito. È anche il caso di uscire dall’equivoco: il titolare è assente? Di certo, Abate non può essere il suo sostituto: Montella deve correre ai ripari, avendo tutti i ragazzi sotto gli occhi in allenamento durante la settimana. Parliamo del Milan. Non di una squadra di serie minore.

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La lettera di Mughini a Bonucci, tra qualche critica e tante parole al miele

Leonardo Bonucci è ormai un giocatore (e prossimo capitano) del Milan. Il giocatore ha già sostenuto le visite mediche con i rossoneri ed è stato accolto in pompa magna al suo arrivo a Milano. Sul web però si continua a parlare di lui tra i tifosi Juventini spiazzati dal suo addio e i tifosi milanisti che adesso sognano lo scudetto. Tra i tanti sostenitori bianconeri che hanno voluto dire la loro c’è anche il noto opinionista Giampiero Mughini. Mughini è un tifoso storico della juventus e ha voluto pubblicare il suo personale saluto a Bonucci. Per salutare Bonucci, Mughini ha scelto il portale Dagospia sul quale ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al difensore azzurro. Mughini ha preferito non inasprire i toni utilizzando il garbo e l’ironia che da sempre lo contraddistinguono.

Mughini scrive a Bonucci: “sarebbe stato il capitano della Juventus, dopo Gigi. Niente di male, “Leo”. Buon tutto”.

Ecco di seguito il testo della lettera che Mughini ha scritto a Bonucci.

Caro “Leo”, ricorderà che l’ultima volta che ci siamo visti _ a Torino _ ci siamo abbracciati mentre io le dicevo che la reputavo una delle grandi risorse della Juve di questi ultimi anni: un giocatore implacabile in difesa, unico nel “lanciare” la palla ai propri compagni che attaccano in lontananza, capacissimo a metterla dentro e di testa e di piede, intelligente rompicoglioni nel dire a destra e a manca ai suoi compagni in campo che cosa devono fare. In tutto questo lei è un giocatore unico al mondo.

Fossi stato in Massimiliano Allegri non avrei usato una volta l’espressione “testa di cazzo” nei suoi confronti. Non è affatto un’espressione lancinante (ad esempio nel caso di un parlamentare italiano cui è stata recentemente appioppata, voglio dire che era una battutaccia e non aveva nessuna valenza antisemita), e comunque le parole sono sacre e vanno ogni volta pesate e commisurate.

Da ieri, caro “Leo”, lei indossa la maglia di una squadra avversa e che squadra. Niente da obiettare. Siete dei professionisti in un mestiere che non dura molti anni, e ognuno ha il diritto di scegliere il sito professionale che più gli aggrada e più lo avvantaggia economicamente.

Peccato, lei sarebbe stato il capitano della Juventus, dopo Gigi. Niente di male, “Leo”. Buon tutto. Una carezza al suo bambino, un bacio a sfiorare il dorso della mano alla sua intelligente moglie, lo stesso abbraccio a lei di alcuni mesi fa e l’augurio che senz’altro l’anno prossimo arriverete secondi nel bellissimo romanzo dello scudetto. Con immutata stima e affetto”.