Un mistero chiamato Inter

Fra le prime quattro squadre della classifica della serie A, l’Inter è quella col gioco peggiore. Per tre quarti di partita fa dormire, non ha una rosa adeguata, è senza centrocampisti che arrivino a segnare, Candreva a destra fatica per via dell’età che avanza. Dalbert è pietoso. Non ci sono ricambi e Spalletti deve fare i miracoli per evitare che giochino sempre gli stessi: infatti a Bologna, con poco riposo nelle gambe, è stata la peggior prestazione della stagione.

Il mercato è paralizzato, non si sa bene il perché. Quello estivo è stato davvero moscio, tanto che ci si attendeva una reazione pubblica di mister Luciano, che invece non è arrivata. Per il futuro, si brancola nel buio. Le zavorre (Ranocchia e Nagatomo) sono rimaste: hanno stipendi da nababbo, e risulta impossibile venderli perché nessuna squadra se li compra. D’altronde, non è colpa dei due giocatori: la responsabilità è di chi li ha comprati prima, e di chi ha proposto loro un rinnovo da favola dopo.

Icardi giocava a calcio così cinque anni fa e oggi non è cambiato di una virgola: sa solo segnare e talvolta sfornare assist. Ma non è un centravanti di manovra, non prende falli, non difende la palla, non fa salire la squadra. Insomma, se non la butta dentro è inutile, anzi dannoso. Perisic è lunatico, sia durante la stagione sia durante il corso della partita stessa. Gagliardini si è perso d’improvviso, pare essersi spento.

Come fa allora l’Inter a essere addirittura terza a solo due punti dalla vetta? La spiegazione è una sola: la pochezza tecnica e atletica degli avversari finora incontrati. Per giudicare la Beneamata, occorre attendere. Anche se ora potrebbe esplodere una supernova potenziale di nome Karamoh…

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